-> ARTWORKS  

il libro delle scienziate
dimenticate

the book of forgotten
scientists


exibition, atrium
turin 2006


Sofija Kowalewskaja

-> Èmilie du Châtelet

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-> Blanche Wittmann

   
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It is a marginal aspect of Sofjia Kowalewskaja that I present here: the fact that all the letters that the scientist wrote to Weierstrass, her tutor and friend, were burned by him after her death, probably in order not to generate suspects of a sentimental relationship which actually never occurred. As both the sender and the receiver were mathematicians, that is extremely rigorous people, it was possible to reconstruct in an almost exact way the dates and the places out of which the letters were sent. By following this information I have reproduced the letters emptied from their content, alluding thus also to the historic void relative to her, as well as many other female scientists.

 

Sofja Kowalewskaja, biography

 

Di Sofja Kowalewskaja, mi ha colpito un aspetto forse piu´ marginale: il fatto che tutte le lettere da lei scritte Weierstrass, suo maestro ed amico, fossero state bruciate da quest´ultimo dopo la morte di lei, probabilmente per non destare sospetti su di una relazione sentimentale peraltro mai avvenuta. Trattandosi dello scambio epistolare di due matematici, cioe´ di persone molto rigorose, e´ stato possibile ricostruire in modo quasi esatto le date ed i luoghi da cui queste lettere sono state spedite. Seguendo queste informazioni, ho riprodotto le lettere prive di contenuto, alludendo cosi´ anche al vuoto storico che avvolge lei come molte altre scienziate.




Sofija, la pioniera

Sofja Kovalevskaja (1850-1891) nacque vicino a San Pietroburgo, da una famiglia nobile. Bambina, rivelò un intuito notevolissimo e sbalorditive doti innate per la matematica. I genitori, accortisi del talento della figlia, le dettero un’approfondita istruzione privata con i migliori maestri, ben sapendo però che non le sarebbe stato possibile in patria avere un’istruzione universitaria, che era drasticamente vietata alle donne. Andare contro le limitazioni della società e della cultura fu da subito allo stesso tempo una necessità e un credo: infatti si avvicinò da ragazza all’ambiente dei nichilisti e alla rivolta. In questo ambito trovò il suo futuro marito e compagno di lotta: Vladimir Kovalevskij. Con lui fu a Vienna, a Heidelberg, a Berlino; iniziò a dedicarsi all’analisi matematica, iniziando attività di collaborazione e dialogo con pensatori importanti, tra cui Gauss. Fuori dalle costrizioni rigidissime della Russia zarista, fiorì immediatamente lo sviluppo di un pensiero innovativo. Non c’è limite al suo intervento, dalla teoria delle equazioni differenziali parziali, passa a una ricerca sugli anelli di Saturno, senza però scordare gli interventi saggistici sulla politica, né tralasciare il territorio della narrativa, in cui siglò alcune pregevoli prove ì, tra romanzi a chiave e una pregevole autobiografia. Nel 1884 l’Università di Stoccolma le assegnò una cattedra di matematica: fu così una delle prime doicenti al mondo, la sua presenza nella capitale svedese non passò inosservata: di lei scrisse in toni prevedibilmente misogini, August Strindberg. Il suo territorio di ricerca privilegiato fu poi quello della rotazione di un corpo rigido intorno a un punto fisso, ricerca per cui ebbe il Prix Bordin dall’Accademia delle Scienze Francesi. Pioniera in ogni aspetto della sua esistenza, rivoluzionò l’approccio della cultura alla figura della scienziata, legandosi esplicitamente alla propaganda femminista, a cui contribuì attivamente. Non per caso il grande Thomas Pynchon l’ha scelta come personaggio del suo romanzo di prossima uscita, incentrato, come il precedente Mason & Dixon, sulla ricerca sulla possibilità di una misurazione del mondo.

Luca Scarlini