-> ARTWORKS  

il libro delle scienziate
dimenticate

the book of forgotten
scientists


exibition, atrium
turin 2006


Èmilie du Châtelet


-> Ada Lovelace

-> Sofja Kovalewskaja

-> Blanche Wittmann
   
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For Madame du Chatelet, I have made associations between on one side a glimpse into her private thoughts given by two framed pages taken from her “Traite du Bonheur” text, in which she claims the importance of illusion, quite atypical considerations for a scientist; on the other the geometry of a red cylinder hanging oblique, which is a vague reference to her studies on Newton´s force, Galileo`s slope, and on the concept of Leibniz´ active force.

 

Èmilie du Châtelet, biography

 

Per quanto riguarda Madame du Chatelet, ho associato da una parte uno piccolo sguardo nei suoi pensieri privati, i due quadretti contenenti pagine del suo "Traite du Bonheur", testo in cui si dilunga tra le altre cose sull´importanza dell´illusione, considerazioni che non si associano necesariamente ad una personalità scientifica; dall´altra la struttura geometrica di un cilindro rosso appeso di sbieco, un vago riferimento ai suoi studi sulla forza gravitazionale newtoniana, al piano inclinato galileiano, ed al concetto della forza viva leibniziana.




Èmilie, la femme savante

Èmilie du Châtelet (1706-1749) nacque a Parigi da una famiglia nobile, in cui poeti e filosofi erano di casa. Il suo interesse e la sua dedizione per la scienza, mostrati fin dall´ infanzia, convinsero il padre ad impartirle una seria educazione. Privatamente, fu istruita in lettere classiche, filosofia e matematica. Il suo sviluppo intellettuale subi´ una lunga pausa, dovuta agli obblighi sociali allora richiesti: al suo matrimonio – stipulato nel 1725 - ed alla conseguente nascita di tre figli. Dopo otto anni la coppia decise che i doveri famigliari erano stati assolti, ed i coniugi da lì in poi condussero esistenze separate. Emilie riprese con fervore gli studi, ed iniziò una lunga relazione, sia intellettuale che amorosa, con Voltaire. Negli anni seguenti i suoi interessi furono molteplici: du Châtelet si dedicò a fondo allo studio delle lingue, soprattutto l´inglese, ma anche il tedesco, lo spagnolo e l´italiano. Ottenne lezioni di matematica da Maupertius, lesse Locke e, soprattutto, Newton. Da questo arricchimento culturale nacquero opere singolari ed etereogenee: parallelamente alle Institutiones Physiques - una disquisizione di spiccata originalita´ per la proposta di una connessione tra fisica di Newton ed il pensiero filosofico di Leibniz - du Châtelet scrisse tre capitoli di una Grammaire raisonnée dedicate alla logica del linguaggio; opere di traduzione (tra cui spicca quella dei Principia Matematica di Newton, unica in francese finora rimasta) sfilarono accanto ad un trattato sulla Bibbia, in cui la marchesa esaminava l´antico testamento con occhio scientifico ed interpretazioni originali. Con il “Discours sur le Bonheur”, scritto tra il ´46 ed il ´48, quando l´amore per Voltaire andava terminando, du Chatelet ci apre una finestra sulla sua anima, riflettendo sulle sue ambizioni intellettuali ma anche sul suo spiccato lato passionale: come e´ possibile essere felici, in particolare per una donna, a cui molte delle risorse di cui godono gli uomini sono interdette? Lo stato di soddisfazione interiore, cosi´ a lungo ricercato da Èmilie, era tuttavia destinato ad una fine precoce: poco dopo aver finito il trattato, la marchesa si innamorò furiosamente di un giovane poeta di corte, Saint Lambert, di cui rimase incinta; morì poco dopo il parto, appena compiuti 43 anni.

Claudia Mongini